Missioni

𝗦𝗮𝗻𝘁𝘂𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗠𝗮𝗱𝗼𝗻𝗻𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗦𝗮𝗻𝗴𝘂𝗲 (𝗩𝗕)

(-Sᴏʀᴠᴏʟᴏ 🚁🇮🇹 13.12.2023-)
 
🎼 JOEL SUNNY -LUMINARY 🎼
🎥 Luca Tafaria 
Si ringrazia l’Ufficio Gabinetto della Prefettura di Verbania per il rilascio del Nulla Osta, per quanto di competenza, al sorvolo con UAS per riprese fotografiche e video nell’aria urbana del Comune di Re (VB).

𝑴𝒐𝒏𝒕𝒆𝒃𝒓𝒖𝒏𝒐 (𝑮𝑬) 𝑷𝒂𝒓𝒄𝒐 𝑵𝒂𝒕𝒖𝒓𝒂𝒍𝒆 𝑹𝒆𝒈𝒊𝒐𝒏𝒂𝒍𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍'𝑨𝒏𝒕𝒐𝒍𝒂

(-Sᴏʀᴠᴏʟᴏ 🚁🇮🇹 26.09.2023-)
 
Luca Tafaria
 
Si ringrazia per l’Autorizzazione delle riprese foto/video con UAS il Parco dell’Antola e per l’ottenimento del Nulla Osta alla effettuazione delle operazioni di sorvolo l’Ente Nazionale Aviazione Civile Direzione Aeroportuale Nord-Ovest di Genova.
 

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Consultare il link : https://it.wikipedia.org/wiki/Montebruno

"UAS CAMP RAPALLO"

Il Primo Evento mondo droni a Rapallo “Uas Camp Liguria 2023”
Organizzato da MB AerialPhoto AirVideo Production Maurizio Barberis Drone Italia Vincenzo Langella Mauro Messena Flybri HelloRapallo Comune di Rapallo Lamialiguria con il patrocinio del Comune di Rapallo e in collaborazione con Regione Liguria.

Il Lago di Resia

(-Sᴏʀᴠᴏʟᴏ 🚁🇮🇹 08.10.2022-)

Il lago di Rèsia (Reschensee in tedesco) è un lago alpino artificiale situato a 1.498 m s.l.m. nel comune di Curon Venosta in Alto Adige, a nord del vicino lago di San Valentino alla Muta. Con la sua capacità di 120 milioni di metri cubi è il lago più grande della provincia di Bolzano.

Luca Tafaria

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Cᴀsᴛᴇʟʟᴀʙᴀᴛᴇ (SA)

(-Sᴏʀᴠᴏʟᴏ 🚁🇮🇹 26.07.2022-)

Sɪ ʀɪɴɢʀᴀᴢɪᴀ ᴘᴇʀ ʟ’Aᴜᴛᴏʀɪᴢᴢᴀᴢɪᴏɴᴇ ᴀʟʟᴏ sᴠᴏʟɢɪᴍᴇɴᴛᴏ ᴅᴇʟʟ’ᴀᴛᴛɪᴠɪᴛᴀ̀ ᴅɪ ʀɪᴘʀᴇsᴇ ᴀᴇʀᴇᴇ l’ Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni ᴇ ᴘᴇʀ ʟ’Aᴛᴛᴇɴᴢɪᴏɴᴇ ɪʟ Comune di Castellabate . 

Luca Tafaria

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PARROCCHIA "Sᴀɴᴛᴀ Mᴀʀɪᴀ ᴅɪ Pᴏʀᴛᴏsᴀʟᴠᴏ"

(-Sᴏʀᴠᴏʟᴏ 🚁🇮🇹 28 e 29.07.2022-)

Sɪ ʀɪɴɢʀᴀᴢɪᴀ: ᴘᴇʀ ɪʟ ʀɪʟᴀsᴄɪᴏ ᴅᴇʟʟ’ᴀᴜᴛᴏʀɪᴢᴢᴀᴢɪᴏɴᴇ ᴀʟʟᴇ ʀɪᴘʀᴇsᴇ ᴅᴇʟʟᴀ Cʜɪᴇsᴀ ᴇ ᴅᴇʟʟᴀ ʟɪʙᴇʀᴀᴛᴏʀɪᴀ ᴀʟʟᴀ ᴄᴏɴᴅɪᴠɪsɪᴏɴᴇ ᴅᴇʟʟᴇ ɪᴍᴍᴀɢɪɴɪ ɪʟ Pᴀʀʀᴏᴄᴏ Sᴀᴄ. Dᴏɴ Cɪʀɪʟʟᴏ Fʀᴀɴᴄᴇsᴄᴏ Bʀᴜɴᴏ. Pᴇʀ ʟ’ᴀᴛᴛᴇɴᴢɪᴏɴᴇ ᴀʟʟ’ᴀᴛᴛɪᴠɪᴛᴀ̀ ᴅɪ ʀɪᴘʀᴇsᴇ ᴀᴇʀᴇᴇ: ʟᴀ Dɪʀᴇᴢɪᴏɴᴇ Aᴇʀᴏᴘᴏʀᴛᴜᴀʟᴇ ᴅᴇʟʟ’ENAC ᴅɪ Lᴀᴍᴇᴢɪᴀ Tᴇʀᴍᴇ; Lᴀ Pʀᴇꜰᴇᴛᴛᴜʀᴀ UTG ᴅɪ Rᴇɢɢɪᴏ Cᴀʟᴀʙʀɪᴀ; Iʟ Cᴏᴍᴜɴᴇ ᴅɪ Sɪᴅᴇʀɴᴏ; ʟ’Uꜰꜰɪᴄɪᴏ Gᴀʙɪɴᴇᴛᴛᴏ ᴅᴇʟʟᴀ Qᴜᴇsᴛᴜʀᴀ Pʀᴏᴠɪɴᴄɪᴀʟᴇ ᴅɪ Rᴇɢɢɪᴏ Cᴀʟᴀʙʀɪᴀ ᴇ ɪʟ Cᴏᴍᴍɪssᴀʀɪᴀᴛᴏ ᴅᴇʟʟᴀ 🛃 Pᴏʟɪᴢɪᴀ ᴅɪ Sᴛᴀᴛᴏ ᴅɪ Sɪᴅᴇʀɴᴏ.

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Il borgo storico edievale di Monteriggioni (SI)

(-Sᴏʀᴠᴏʟᴏ 🚁🇮🇹 24.07.2022-)
Sɪ ʀɪɴɢʀᴀᴢɪᴀ ᴘᴇʀ ɪʟ ʀɪʟᴀsᴄɪᴏ ᴅᴇʟ Nᴜʟʟᴀ Osᴛᴀ ᴘᴇʀ ʟ’ᴀᴛᴛɪᴠɪᴛᴀ̀ ᴅɪ sᴏʀᴠᴏʟᴏ ᴄᴏɴ UAS ᴘᴇʀ ʀɪᴘʀᴇsᴇ ꜰᴏᴛᴏɢʀᴀꜰɪᴄʜᴇ ᴇ ᴠɪᴅᴇᴏ ɪʟ Cᴏᴍᴀɴᴅᴏ ᴅᴇʟʟᴀ 🛃Pᴏʟɪᴢɪᴀ Mᴜɴɪᴄɪᴘᴀʟᴇ ᴅᴇʟ Cᴏᴍᴜɴᴇ ᴅɪ Mᴏɴᴛᴇʀɪɢɢɪᴏɴɪ (SI).
Luca Tafaria

Monteriggioni è un comune italiano di 10 058 abitanti della provincia di Siena in Toscana. Fa parte della cosiddetta Montagnola Senese.

Le origini

Il Castello di Monteriggioni fu costruito dai senesi, per ordinanza del podestà Guelfo da Porcari, in un periodo compreso tra il 1213 e il 1219. Il terreno, acquistato dalla famiglia nobile Da Staggia, era la sede di un’antica fattoria longobarda (la denominazione di Montis Regis probabilmente indicava un fondo di proprietà regale o che godeva di esenzioni fiscali da parte della corona).

La costruzione del castello ad opera della Repubblica di Siena ebbe principalmente scopo difensivo, in quanto il borgo sorse sul monte Ala in posizione di dominio e sorveglianza della Francigena, per controllare le valli dell’Elsa e dello Staggia in direzione di Firenze, storica rivale di Siena.

L’edificazione praticamente ex novo di un castello rappresentava una novità nella politica espansionistica senese: in precedenza, infatti, la città aveva acquistato castelli già esistenti, come quello di Quercegrossa.

Il tracciato circolare delle mura fu ottenuto semplicemente seguendo l’andamento naturale della collina.

Non c’è accordo degli storici sull’eventuale presenza del ponte levatoio. Certa è invece la presenza delle saracinesche, ovvero spesse porte di legno ricoperte di ferro che venivano azionate tramite carrucole. Anche oggi le due porte presentano i segni dei cardini e delle buche causati dalle stanghe di chiusura. Sulla porta San Giovanni si possono anche notare i segni del rivellino, un’altra struttura difensiva di forma rettangolare collocata di fronte alla porta e anch’essa dotata di un ponte levatoio o di una seconda porta.

Il Castello di Monteriggioni era inoltre circondato dalle cosiddette carbonaie, ovvero fossati pieni di carbone che veniva incendiato per respingere gli assalti.

Le INFORMAZIONI di cui sopra, sono state raccolte grazie al servizio dell’Enciclopedia libera e collaborativa di Wikipedia.

Consultare il link per maggiori informazioni:

https://it.wikipedia.org/wiki/Monteriggioni

𝐂 𝐄 𝐑 𝐕 𝐎 - 𝐁𝐨𝐫𝐠𝐨 𝐌𝐞𝐝𝐢𝐞𝐯𝐚𝐥𝐞 𝐏𝐫𝐨𝐯𝐢𝐧𝐜𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐈𝐦𝐩𝐞𝐫𝐢𝐚 -

𝑺𝒊 𝒓𝒊𝒏𝒈𝒓𝒂𝒛𝒊𝒂𝒏𝒐: 𝒊𝒍 𝑺𝒊𝒏𝒅𝒂𝒄𝒐 𝒆 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒂 𝒍’𝑨𝒎𝒎𝒊𝒏𝒊𝒔𝒕𝒓𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝑪𝒐𝒎𝒖𝒏𝒂𝒍𝒆 𝒑𝒆𝒓 𝒍𝒂 𝒄𝒐𝒏𝒄𝒆𝒔𝒔𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒂𝒍𝒍’𝒖𝒕𝒊𝒍𝒊𝒛𝒛𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒐 𝒔𝒕𝒆𝒎𝒎𝒂 𝒅𝒆𝒍 Comune di Cervo ;
𝑳’𝑼𝒇𝒇𝒊𝒄𝒊𝒐 𝑮𝒂𝒃𝒊𝒏𝒆𝒕𝒕𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑷𝒓𝒆𝒇𝒆𝒕𝒕𝒖𝒓𝒂 𝒅𝒊 𝑰𝒎𝒑𝒆𝒓𝒊𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒍’𝒆𝒎𝒊𝒔𝒔𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒑𝒓𝒐𝒗𝒗𝒆𝒅𝒊𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒂𝒎𝒎𝒊𝒏𝒊𝒔𝒕𝒓𝒂𝒕𝒊𝒗𝒐 𝒊𝒏𝒆𝒓𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒍’𝑶𝒓𝒅𝒊𝒏𝒆 𝒆 𝒍𝒂 𝑷𝒖𝒃𝒃𝒍𝒊𝒄𝒂 𝑺𝒊𝒄𝒖𝒓𝒆𝒛𝒛𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒊𝒍 𝒔𝒐𝒓𝒗𝒐𝒍𝒐.🚁
(𝑺𝒐𝒓𝒗𝒐𝒍𝒐 03/06/2022)

 

Cervo (Sêrvu in ligure) è un comune italiano di 1 149 abitanti della provincia di Imperia in Liguria.

Il territorio di Cervo è ubicato nel tratto finale del torrente Cervo, lungo la valle Steria che risulta circoscritta, a nord e verso levante, dalla valle del torrente Merula, nella provincia savonese, e dal bacino dell’Evigno lungo il versante opposto. Assieme ad altri sette comuni è compreso nel comprensorio del Golfo dianese.

Il nucleo storico cervese, completamente ristrutturato salvaguardando le caratteristiche originarie del borgo, sorge sulle pendici delle colline di fronte al mare. Tra i rilievi collinari il Colle di Cervo (324 m) e il Colle Castellareto (211 m).

Secondo alcune fonti storiche locali il toponimo Cervo deriverebbe dalla parola latina Servo, ossia “offrire servizi”, già presente su alcune insegne o tavole risalenti all’Impero romano. L’attuale denominazione si ebbe nel tardo Cinquecento con il passaggio dalla lingua latina al volgare.

Abitato dall’età preistorica dai Liguri Ingauni, a seguito della conquista della Liguria nel 181 a.C. da parte delle legioni romane, il primitivo borgo di Cervo divenne un importante centro storico grazie alla sua posizione elevata e alla presenza di alcune sorgenti. Caduto l’Impero romano d’Occidente nel 476, dopo vari saccheggi e devastazioni perpetrati da orde barbariche, sul territorio cervese e circostante s’insidiarono i Bizantini che incentivarono la ripresa sociale ed economica, e costruirono fortificazioni lungo i valichi e sulla costa; a questo periodo risalirebbe la torre ancora oggi visibile in cima all’abitato di Cervo.

Assalti pirateschi saraceni interessarono questa zona del Ponente Ligure tra la fine del IX e la prima metà del X secolo, devastazioni che costrinsero numerosi abitanti della costa a trovare rifugio presso i primi nuclei fortificati sulle colline. Nello stesso periodo il borgo di Cervo, in seguito allo smembramento dell’Impero carolingio, fu inserito nel Contado di Albenga all’interno della Marca Arduinica.

Nel 1204 si proclamò libero comune sottoponendosi alla protezione della Repubblica di Genova e proprio quest’ultima assegnò, nel 1330, il feudo ai Cavalieri di Malta. L’anno seguente gli stessi cavalieri vendettero il borgo al marchese Lazzaro Doria. La proprietà fu in seguito conquistata dal marchese Enrico Del Carretto, discendente della famiglia Clavesana, e soltanto nel 1384 il feudo ritornò a essere dominio della repubblica genovese. Sì costituì pertanto una salda alleanza tra la popolazione e Genova, tanto che nel 1425 i Genovesi concessero a Cervo il diritto di eleggere propri podestà locali.

Subì nel XVI secolo, come altre località liguri sulla costa, improvvisi sbarchi dei pirati saraceni, attratti dai notevoli traffici commerciali cervesi del corallo; i pescatori locali si erano infatti specializzati in questo tipo di attività. Il corallo veniva pescato nei mari della Corsica e della Sardegna e da Cervo veniva riesportato per la lavorazione, che avveniva soprattutto a Genova e Livorno.

Caduta la Repubblica di Genova, la nuova municipalità di Cervo rientrò dal 2 dicembre 1797 nella Repubblica Ligure. Dal 28 aprile 1798 fece parte del V cantone, come capoluogo, della Giurisdizione del Capo delle Mele e dal 1803 centro principale della Giurisdizione degli Ulivi. Annesso al Primo Impero francese dal 13 giugno 1805 al 1814 fu inserito nel Dipartimento di Montenotte.

Nel 1815 Cervo fu inglobato nel Regno di Sardegna, così come stabilì il Congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d’Italia dal 1861. Dal 1859 al 1926 il territorio fu compreso nel II mandamento di Diano Marina del circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio (poi provincia di Imperia, dal 1923).

Il regio decreto n. 2769 del 6 dicembre 1923 stabilì la soppressione della municipalità cervese in favore del suo accorpamento nel comune di Diano Marina; un successivo regio decreto – il n. 1533 del 7 agosto 1925 – decretò la ricostituzione del comune di Cervo. Al 1947 risalgono gli ultimi aggiustamenti al territorio comunale cervese con la ricostituzione dei due comuni di San Bartolomeo del Cervo (dal 1968, San Bartolomeo al Mare) e di Villa Faraldi.

Simboli

Cervo (Italia)-Stemma.png
Cervo (Italia)-Gonfalone.png
«Troncato d’azzurro su rosso, alla fascia d’oro attraversante sulla partizione, il PRIMO punto al cervo passante, il SECONDO a due rami di palma decussati, il tutto d’oro»
(Descrizione araldica dello stemma)
«Drappo di bianco…»
(Descrizione araldica del gonfalone)

Lo stemma è stato concesso con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 18 dicembre 1981.

Le INFORMAZIONI di cui sopra, sono state raccolte grazie al servizio dell’Enciclopedia libera e collaborativa di Wikipedia.

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https://it.wikipedia.org/wiki/Cervo_(Italia)

 

Santuario Madonna del Latte - Gionzana (Novara)

Sorvolo del 28/05/2022.

Si ringrazia la Diocesi di Novara per aver concesso di effettuare le riprese e la pubblicazione di foto-video.

L’oratorio della Madonna del Latte sorge in mezzo alla campagna nei pressi dell’abitato di Gionzana, frazione dalla città di Novara. I suoi elementi di interesse artistico sono legati agli affreschi del XV secolo realizzati da alcune delle principali botteghe operati in area novarese.

L’edificio ha recentemente subito una profonda opera di restauro sia esterno che interno. Il santuario è stato inaugurato il 4 settembre 2011.

L’oratorio fu edificato verosimilmente nel XIV secolo sulle terre dei nobili Tettoni, cittadini di Novara e feudatari, oltre che di Gionzana, di molte altre campagne del Novarese.

Sempre per iniziativa di tale famiglia nobiliare la chiesetta – che doveva funzionare come luogo di preghiera per i contadini del feudo – fu ampliata ed affrescata nel 1487-88: l’intervento è testimoniato, tra le altre cose, dallo stemma araldico della famiglia, con aquila imperiale e bande orizzontali, dipinto nel semicilindro dell’abside.

Le immagini dipinte sulle pareti dell’oratorio (la cui denominazione originaria era “Santa Maria della Scaglia”, dal toponimo del luogo in cui si erge) sono diventate oggetto di profonda devozione popolare. Il vescovo Carlo Bascapè, in una visita del 1596 testimonia come l’immagine della Madonna Addolorata (tuttora presente) fosse oggetto di particolare venerazione e come molti ex voto fossero appesi alle travi della chiesa.
Si può comprendere il motivo per cui l’oratorio prende il nome dalla “Madonna del Latte” dal resoconto di un’altra visita pastorale, quella del vescovo Ferdinando Taverna nel 1618, nella quale si fa menzione della devozione popolare verso un’altra immagine affrescata, raffigurante appunto la Madonna in atto di allattare il Bambino. La venerata icona ha subito nel tempo una serie di traversie: ai primi del Novecento fu staccata dalla parete meridionale e riportata su un telaio per essere posta sopra l’altare; nel 1967 essa fu ricollocata nella posizione originaria; ma fu in seguito rubata e non più ricuperata. Al suo posto è oggi visibile una sua riproduzione fotografica.

L’oratorio del XV secolo aveva forma di modesto edificio ad aula rettangolare, con tetto di coppi a vista, impreziosito e reso suggestivo, tuttavia, dagli affreschi dai colori vivaci che ne ricoprivano le pareti.

La costruzione muraria che, sulla destra, si addossa alla chiesa fu eretta nel Settecento come casa dell’eremita che fungeva da custode. Anche il portichetto antistante la facciata e gli altri edifici attorno alla chiesa (che nascondono l’abside originaria) sono aggiunte successive. Nel 1829 fu realizzata, all’interno della chiesa, la copertura a volta ribassata.

Le INFORMAZIONI di cui sopra, sono state raccolte grazie al servizio dell’Enciclopedia libera e collaborativa di Wikipedia.

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https://it.wikipedia.org/wiki/Oratorio_della_Madonna_del_Latte

 

Santuario di Nostra Signora della Misericordia - Genova - Monte Gazzo

(Sorvolo effettuato in data 10/04/2022 con la concessione e liberatoria di foto e video rilasciata dal Rettore del Santuario di Nostra Signora della Misericordia Mons. Stefano Moretti – Nulla Osta alle fattispecie attinenti l’Ordine e Sicurezza Pubblica rilasciato dalla Prefettura UTG di Genova e Nulla Osta al sorvolo rilasciato dall’Ente Nazionale Aviazione Civile Direzione Aeroportuale Nord-Ovest Genova).

Il santuario di Nostra Signora del Gazzo è un luogo di culto cattolico mariano italiano. Si trova a Sestri Ponente, frazione di Genova, sulla sommità del Gazzo (419 m s.l.m.). Il monte iniziò a essere un luogo di culto nel 1645 quando venne eretta una gigantesca croce di legno affiancata dopo 12 anni da una statua del Madonna della Misericordia in occasione dell’epidemia di peste che decimò la popolazione della Repubblica di Genova.       

Nel 1660 iniziò la costruzione di una cappella e nel 1700 venne celebrata la prima messa. L’8 giugno 1873 fu inaugurata un’opera dello scultore savonese Antonio Brilla, una statua della Madonna alta cinque metri visibile anche da lontano.                             

Alcuni personaggi illustri hanno visitato il santuario nel corso degli anni: il 18 ottobre 1879 salì il principe ereditario Federico durante il suo soggiorno a Pegli; il 28 marzo 1893 fu visitato da Elisabetta di Baviera, moglie dell’imperatore austroungarico Francesco Giuseppe.                                                 

Nei locali posti al disotto del Santuario è stato costruito un piccolo Museo Speleologico.

Le INFORMAZIONI di cui sopra, sono state raccolte sul SITO del Santuario.

Consultare il link per maggiori informazioni:

http://www.santuariomontegazzo.it/

Lago di Giacopiane - Borzonasca (GE) -Parco Naturale Regionale dell'Aveto

(Sorvolo del 08/07/2021 con Nulla Osta “FAVOREVOLE” rilasciato dal Parco Naturale Regionale dell’Aveto e autorizzazione al sorvolo rilasciata dall’Ente Nazionale Aviazione Civile)

Il lago di Giacopiane è un invaso artificiale situato in valle Sturla nel comune di Borzonasca, entroterra di Chiavari. L’invaso è collocato a 1015 m di altitudine. Sottostante rispetto a questo lago se ne trova uno minore, denominato lago di Pian Sapeio. I due bacini sono collocati a scala, il maggiore sopra al minore, per facilitare la caduta delle acque e sfruttare il salto per la produzione elettrica; il lago inferiore si distingue per la diga a botte che chiude il lato meridionale del lago, mentre il lago maggiore è chiuso da una diga, sempre sul lato meridionale, sormontata da un tempietto liberty, sul lato settentrionale è presente una diga di sicurezza per i periodi di piena. La realizzazione del lago risale agli anni venti ed avvenne nel quadro della politica di opere pubbliche promossa dal regime fascista; l’utilizzazione iniziale per i due invasi – quello maggiore e quello minore – fu quella di bacini idroelettrici utili a sopperire alla crescente domanda di energia elettrica e al ruolo di riserva idrica per la zona del golfo del Tigullio e, talvolta, anche del capoluogo Genova.

Le INFORMAZIONI di cui sopra, sono state raccolte grazie al servizio dell’Enciclopedia libera e collaborativa di Wikipedia.

Consultare il link per maggiori informazioni:

https://it.wikipedia.org/wiki/Lago_di_Giacopiane

Canolo e "San Nicola di Bari"

(Sorvolo del 23/07/2021 con Nulla Osta “FAVOREVOLE” rilasciato dal Parco Nazionale dell’Aspromonte e autorizzazione alle riprese e pubblicazione video della Parrocchia “San Nicola di Bari” rilasciata dal Reverendo Padre Stephen Fernando DASON)

Cànolo [ˈkaːnolo] (Cànalo in dialetto greco-calabro, Cànalu in calabrese) è un comune italiano di 700 abitanti della Città metropolitana di Reggio Calabria in Calabria. Canolo si trova sui contraforti orientali dell’Aspromonte, sui Dossoni della Melia, dai quali domina la locride. Il paese è situato al centro di due canyon scavati nella roccia dalle fiumare Novito e Pachina. Il monte Mutolo domina l’abitato con le sue caratteristiche vette dette “Dolomiti del sud” per le loro forme. L’abitato di Canolo Nuova, a 890 metri sul livello del mare, nato come conseguenza dell’instabilita’ geoologica del vecchio centro, si trova invece sui piani della Melia al centro dell’omonimo altopiano. Il nome Canolo proviene dal greco κάναλος (canale o fonte; in latino canalis). Sono ricorrenti tra il popolo anche le forme dialettali «Canalo», «Canalu», «Canulu».

Le INFORMAZIONI di cui sopra, sono state raccolte grazie al servizio dell’Enciclopedia libera e collaborativa di Wikipedia.

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https://it.wikipedia.org/wiki/Canolo

 

Gerace (RC) - Parco Nazionale dell'Aspromonte

(Sorvolo del 24/07/2021 con Nulla Osta “FAVOREVOLE” rilasciato dal Parco Nazionale dell’Aspromonte)

Gerace è un comune italiano di 2 504 abitanti della città metropolitana di Reggio Calabria in Calabria. Nel 2015 conquista il 7º posto tra i 20 borghi più belli d’Italia. La cittadina, che conserva ancora oggi un’impostazione e un fascino medievale, si trova all’interno del Parco nazionale dell’Aspromonte. Il centro urbano, in particolare il borgo antico, è ricco di chiese, palazzi d’epoca e vani, un tempo abitazioni o botteghe, scavati direttamente nella roccia. Vi si possono ammirare il castello, la concattedrale, la chiesa di San Francesco, una serie di piccole chiese probabilmente di origine bizantina oltre a numerose costruzioni civili di varie epoche e stili architettonici. Dalla sua posizione arroccata, Gerace gode di un’ampia e panoramica visuale su gran parte del territorio della Locride.

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https://it.wikipedia.org/wiki/Gerace

 

Santuario della Madonna del Sasso

(Sorvolo del 19.08.2021 con autorizzazione alle riprese e pubblicazione del video del Santuario da parte del Rettore Reverendo Padre Massimo Volpati)

Il santuario della Madonna del Sasso sorge su uno sperone granitico aggettante sul lago d’Orta a 638 m s.l.m. di altitudine, nel territorio del comune omonimo in frazione Boleto, in provincia del Verbano-Cusio-Ossola e diocesi di Novara.
Dal piazzale antistante la chiesa, detto “il balcone del Cusio”, si gode una spettacolare vista su quasi tutto il lago, il Mottarone, le Alpi e la pianura verso Novara.
Il complesso sacro è costituito dalla chiesa, dalla torre campanaria e dalla casa parrocchiale. Per secoli la bianca roccia granitica su cui sorge il santuario venne utilizzata come pietra da taglio.
Qui, alle falde del monte Avigno, in origine sorgeva una cappella dedicata alla Madonna Addolorata, risalente probabilmente al XVI secolo. Nel piazzale, denominato “il prato della tela”, durante giornate calde e soleggiate, era in uso che le donne del paese vi si recassero a candeggiare la tela fatta in casa.
In seguito alle molte grazie avvenute la fama del luogo crebbe ed al posto della cappelletta venne edificata una prima chiesa, la quale, in una nicchia nella sacrestia, custodiva una statuetta della Madonna del Rosario ritenuta miracolosa.

L’attuale complesso fu voluto nel 1706 dal boletese Pietro Paolo Minola, che, in seguito ad una grazia ricevuta dalla Madonna, decise di far costruire a sue spese un nuovo santuario, in sostituzione del precedente.
I lavori iniziarono verso il 1725, grazie anche al contributo degli abitanti di Boleto. Nel 1748 fu completata la chiesa, mentre il campanile e la casa a lato furono terminati nel 1760. Il santuario fu consacrato ufficialmente nel 1771 dal vescovo di Novara.

Le INFORMAZIONI di cui sopra, sono state raccolte grazie al servizio dell’Enciclopedia libera e collaborativa di Wikipedia.

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https://it.wikipedia.org/wiki/Santuario_della_Madonna_del_Sasso_(Madonna_del_Sasso)

 

"𝑺𝒂𝒏𝒕𝒖𝒂𝒓𝒊𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑮𝒖𝒂𝒓𝒅𝒊𝒂" (Ceranesi GE)

(Sorvolo del 29-30.11.2021 con autorizzazioni alle riprese e pubblicazione del video del Santuario da parte del : 𝑽𝒊𝒄𝒆 𝑹𝒆𝒕𝒕𝒐𝒓𝒆 𝑴𝒐𝒏𝒔. 𝑷𝒊𝒆𝒓𝒐 𝑷𝒂𝒓𝒐𝒅𝒊 𝒆 𝒊𝒍 𝑹𝒆𝒕𝒕𝒐𝒓𝒆 𝑴𝒐𝒏𝒔. 𝑴𝒂𝒓𝒄𝒐 𝑮𝒓𝒂𝒏𝒂𝒓𝒂)

Il santuario di Nostra Signora della Guardia – conosciuto più semplicemente come santuario della Guardia o la Guardia – è il più importante santuario mariano della Liguria e uno dei più importanti d’Italia. Edificato sulla vetta del monte Figogna, a 804 m s.l.m., è situato nel territorio del comune di Ceranesi, a circa 20 km da Genova. Il santuario, retto attualmente da Mons. Marco Granara, è così chiamato poiché il monte sul quale sorge, era nell’antichità un punto strategico per l’osservazione di navi o di eserciti nemici. Sulla terrazza antistante il santuario è situato un punto panoramico dal quale, nelle giornate limpide, si può ammirare il panorama sulla sottostante città di Genova con un raggio che si apre sulle riviere di ponente e di levante. Papa Benedetto XV elevò il santuario al rango di basilica minore. Secondo un atto notarile datato 1530 e conservato presso l’archivio storico della curia arcivescovile di Genova e secondo la tradizione della val Polcevera, la Madonna apparve al pastore Benedetto Pareto il 29 agosto 1490 (secondo alcuni studiosi, però, è più probabile che l’evento risalga al 1487). La Vergine chiese a Pareto di far costruire una cappella sul monte. Alcuni giorni dopo la Vergine guarì il pastore che era caduto da un albero ed era in gravissime condizioni. Questo avvenimento lo convinse a parlare delle visioni avute e a cercare aiuto per costruire.

Le INFORMAZIONI di cui sopra, sono state raccolte grazie al servizio dell’Enciclopedia libera e collaborativa di Wikipedia.

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https://it.wikipedia.org/wiki/Santuario_di_Nostra_Signora_della_Guardia